Si riparte il 26, ma con percentuali diverse, rispetto a quelle annunciate nei giorni scorsi, frutto del lavoro di confronto e mediazione, culminato nella Conferenza Stato-Regioni di ieri, con una scuola che, precisa il Ministro dell'Istruzione Bianchi, di fatto non riapre, dato che è sempre stata aperta, anche nei momenti più critici. Però non è ancora il tempo di abbandonare la data e dunque, studenti delle Superiori in aula, ma non al completo: in zona rossa fra il 50 e il 75%, nelle regioni gialle e arancioni fra il 60 e il 100%. A far cambiare idea l'esecutivo, i timori di presidi, professori, sindacati ed enti locali, per i quali i problemi riscontrati lo scorso settembre, di fatto non sono stati risolti: spazi, trasporti, tracciamenti. Da qui, la possibilità data ai dirigenti scolastici, di valutare in base al territorio e ai singoli istituti, la percentuale di studenti da riportare a scuola, mentre Nidi, Materne, Elementari e Medie, saranno comunque in presenza. Soddisfatto Antonello Giannelli, Presidente dell'ANP, che parla di scelta ragionevole di buon senso, mentre il Ministro dell'Istruzione, sottolinea ancora una volta come l'obiettivo, resti comunque, avere a scuola tutti i ragazzi, guardando anche a settembre per l'avvio del nuovo anno. Obiettivo peraltro, condiviso anche dal Ministro degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, che aggiunge: "Il Governo non ha fatto nessuna retromarcia, rispetto al passato, questo mentre mancano meno di due mesi alla maturità". Ed è proprio alle quinte che sarà data la priorità per entrare in aula.