Maltrattava mediante inaudite violenze verbali e fisiche la propria compagna convivente, ciò che era scritto nel capo di imputazione contro il filosofo e scrittore Leonardo Caffo, è stato ritenuto vero e i giudici della V Sezione Penale di Milano lo hanno condannato a quattro anni. La Corte ha stabilito un risarcimento complessivo di 45 mila euro e ha deciso che l'imputato è interdetto dai pubblici uffici per cinque anni. I presunti maltrattamenti al centro del processo con rito immediato sarebbero cominciati nell'estate del 2019 e sarebbero andati avanti fino all'estate del 2022 quando la giovane donna ai tempi non ancora 30 enne decise di lasciarlo e di sporgere denuncia. "Và bene colpirne uno per educarne mille, io sono stato colpito e speriamo che educhino anche gli altri 1000". Soddisfatti i legali dell'ex compagna di Caffo che parlano di una giustizia che funziona ma le donne per prime devono denunciare. "Questa sentenza ci dice una cosa molto importante: che la Giustizia c'è e funziona i tempi non dipendono dalla Magistratura, dipendono da molti elementi esterni e questa sentenza ci dice che le donne devono denunciare perchè non c'è cultura, non c'è etnia, non c'è differenza culturale non c'è nulla". Caffo è stato nei giorni scorsi al centro delle polemiche per la sua partecipazione a: "Più libri più liberi", presenza saltata proprio per le reazioni di molti partecipanti all'evento e di esponenti del mondo femminista.