All'ambulatorio di malattie infettive dell'Ospedale di Cisanello, è appena arrivato un trasporto Covid. "Si è preso un paziente dalla sua abitazione, lo abbiamo portato a fare la cura monoclonale". Questo è uno dei luoghi in Italia dove sono usati di più i monoclonali. Da quando sono disponibili, circa 700 persone sono state curate così. Una quindicina al giorno: "Questa è la dose per un paziente". Ma la variante omicron ha molto ristretto il campo e, altra brutta notizia, sull'unico farmaco efficace ci sono dei problemi di approvvigionamento. Un paziente con la variante omicron in questo momento è in grado di essere curato con il monoclonale? "Se lei mi dice oggi probabilmente no perché non ne abbiamo tecnicamente in Italia è sostanzialmente finito in tutta l'Italia, ma diciamo, le informazioni ufficiose ci dicono che nel giro di qualche giorno verremo riforniti". Ma la buona notizia è che ci sono altre opzioni. "Il signore sta ricevendo una infusione endovenosa di Remdesivir, un antivirale approvato per l'uso ospedaliero fino a due settimane fa ma che è stato approvato anche per uso ambulatoriale per tre giorni. La novità diciamo degli ultimi giorni e però la presenza dell' antivirale orale; il molnupiravir. Questa invece è una scatola di compresse che si prendono per 5 giorni, è un farmaco che è attivo nei confronti del virus e ha dimostrato dagli studi una riduzione del rischio di progressione". E poi c'è grande attesa per un altro antivirale con diversa molecola. E per i monoclonali, per via intramuscolare dato che la difficoltà di somministrazione è insieme al tempo di intervento uno dei fattori critici. I farmaci attualmente disponibili vengono utilizzati anche e soprattutto per i pazienti ospedalizzati ma se avessimo ovunque la capacità di usare ambulatorialmente i monoclonali e l' antivirale, come stanno facendo a Pisa, "i dati ci dicono che si riduce il rischio di ospedalizzazione all'incirca tra negli studi tra l'80 e il 90%". Sky Tg24 Pisa.