Le lacrime della mamma, Elena, e del papà, Adolfo, davanti al feretro. Poi l’abbraccio con gli altri figli, Lucrezia, Matteo e Giosuè. A cui si aggiunge il fidanzato, Federico. Il sagrato e la chiesa di San Lorenzo, a Giaveno, sono gremiti per dare l’ultimo saluto a Matilde Lorenzi, la giovane promessa dello sci italiano morta martedì in seguito ad una caduta sul ghiacciaio della Val Senales, in Trentino Alto Adige, durante una discesa, in allenamento. Le si sono incrociati gli sci e ha battuto violentemente il volto sulla neve ghiacciata. Il cappello degli Alpini davanti alla bara, uno sci a terra; il Ministro dello Sport Abodi e la Sottosegretaria alla Difesa Rauti partecipano alla cerimonia, preceduta dalle toccanti parole dei genitori e della sorella Lucrezia, anche lei nazionale di sci. "Buona discesa libera Matildina. Continua così che sei in luce verde. La tua Tizi". "Il progetto che porteremo avanti a nome suo sarà il progetto che la terrà in vita con tutti noi e per tutti noi. Grazie a tutti". "Io voglio solo ringraziarti Matilde, perché io e papà abbiamo la fortuna di essere stati scelti da te per essere la tua mamma e il tuo papà". All'uscita, il saluto composto e commosso dei compagni di squadra dell'Esercito. Matilde avrebbe compiuto 20 anni il 15 novembre. Nessun fiore ma una raccolta fondi per la sicurezza sulle piste da sci, ha chiesto la famiglia con questa locandina, #Matildina4safety. La Procura di Bolzano, che ha indagato sull'incidente, non ha riscontrato responsabilità penali ma Paolo De chiesa, ex sciatore della valanga azzurra che quel ghiacciaio della Val Senales conosce molto bene, non è d'accordo. "Certo, quando succedono degli incidenti così gravi c'è di mezzo sempre la fatalità, il destino, però ci sono delle responsabilità. In questo caso, secondo me, per la mia esperienza, quel posto lì era pericoloso. Non si doveva fare il gigante così vicino a quel posto, oppure ci dovevano essere delle reti. Delle due l'una".