Messina Denaro, l'arresto del boss latitante da 30 anni

16 gen 2023
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I 30 anni di latitanza di Matteo Messina Denaro finiscono alle 9:34 di lunedì mattina. Seduto sul marciapiede di una stradina attigua alla clinica dove si era presentato per sottoporsi ad un ciclo di chemioterapia. Il boss, numero uno di Cosa Nostra, è circondato dai Carabinieri del ROS, ammette la sua identità e si lascia arrestare assieme al suo autista Giovanni Luppino. I militari dell'arma gridano: "Preso! Preso!" È la fine della sua latitanza. Viene caricato su un furgone nero dai vetri oscurati e portato alla Caserma San Lorenzo, poco meno di un'ora dopo esce per essere trasferito in elicottero in una località segreta. Ad incastrarlo la sua malattia. Gli investigatori sapevano che doveva sottoporsi alla chemioterapia per un tumore al colon ed hanno iniziato a controllare tutte le prenotazioni che venivano fatte attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, hanno trovato corrispondenze in un nome, quello di Andrea Bonafede e approfondendo l'indagine hanno iniziato a sospettare che potesse essere Matteo Messina Denaro che lunedì sarebbe stato a Palermo, alla clinica La Maddalena per un ciclo. Da qui l'accelerazione improvvisa ed il blitz che ha portato all'arresto. "Con la cattura di Matteo Messina Denaro", ha sottolineato il Procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, "Abbiamo arrestato tutti i mandanti delle stragi del '92 e del '93. "Noi siamo particolarmente orgogliosi del lavoro che è stato fatto questa mattina, che conclude un lavoro lungo e complicatissimo che ha coinvolto tutte le forze di Polizia dello Stato, perché abbiamo catturato l'ultimo stragista del 1992 e 1993. Era un debito che la Repubblica aveva nei confronti delle vittime di quegli anni e questo debito, almeno in parte, è stato saldato. Per noi questa cosa ha un'importanza che prescinde da ogni altra delle due importanti cose che sono state fatte". L'operazione era in programma da giorni, ma la certezza la si è avuta soltanto quando il boss si è presentato in accettazione. "Il lavoro è stato un lavoro caratterizzato essenzialmente dalla rapidità, dalla riservatezza, e dal modo con cui ci ha consentito, nel breve volgere di poche settimane, di mettere insieme elementi che ci hanno portato ad individuare una data, che era quella di oggi. Data la quale il ricercato si sarebbe sottoposto a degli accertamenti clinici, a delle terapie cliniche". Adesso è caccia ai complici.

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