"La pronuncia emessa oggi dal Giudice dell'udienza preliminare è molto significativa e importante perché ha stabilito che il fatto non sussiste". Una folla di attivisti, arrivati da varie città e dall'estero, accoglie con applausi la sentenza. Le accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ci sono rivelate infondate. Nessun reato è stato commesso dall'equipaggio della Iuventa e dagli operatori di Save the Children ed MSF in missione di soccorso a bordo della nave nel 2016 e nel 2017. Abbracci e lacrime di commozione tra avvocati, operatori umanitari ed equipaggio. Ma il sollievo è superato dalla rabbia e dalla tristezza, dicono da Iuventa, perché mentre noi venivamo accusato ingiustamente migliaia di persone morivano in mare. E le nuove politiche in tema di immigrazione non lasciano ben sperare, dice Save the Children. "In 10 anni più di 23 mila persone, 6 persone al giorno, hanno perso la vita nel mar Mediterraneo. Ci preoccupa una situazione che vede l'Italia, ma anche l'Europa, mettere al centro al primo posto il presidio delle frontiere piuttosto che l'azione di salvataggio". Si chiude una vicenda giudiziaria lunga 7 anni ma il soccorso in mare continua ad essere criminalizzato, ricorda Medici Senza Frontiere, e quella del blocco delle navi, con il decreto Piantedosi, è diventata una prassi. "Una campagna che aveva alcuni obiettivi molto chiari allontanare le ONG dal Mediterraneo in modo da permettere alla Guardia Costiera libica di riportare nei centri di detenzione in Libia le persone. Di togliere dal Mediterraneo dei testimoni indipendenti che raccontino il fallimento delle istituzioni che non hanno evitato che il Mediterraneo si trasformasse in una fossa comune".