Milano, inchiesta su banche dati: prelevate migliaia di informazioni segrete

26 ott 2024
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Accessi abusivi a sistemi informatici protetti da misure di sicurezza. Migliaia e migliaia di dati violati ai danni di imprenditori, società, ma anche di normali cittadini. È ampia e delicata l’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano in collaborazione con la Procura Nazionale Antimafia e con quella del Capoluogo Lombardo. Nel mirino alcune società, in particolare, l’Equilize srl, situata vicino al Duomo di Milano e nota come agenzia di intelligence privata. 4 persone sono ai domiciliari, tra cui un ex poliziotto, Carmine Gallo, che in passato aveva indagato su grossi casi di criminalità organizzata, mentre è indagato il socio di maggioranza della società, l’amministratore delegato della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali. Altre due persone sono state raggiunte da misure interdittive. Ma sono decine e decine gli indagati coinvolti nel presunti furti di informazioni ritenute sensibili e segrete. Fra questi, anche Leonardo Maria Del Vecchio e il banchiere Matteo Arpe. Chi agiva illecitamente poteva contare su aiutanti esperti di web ma anche su ex agenti delle forze dell’ordine, infedeli, che avevano le chiavi d’accesso per entrare nei database delle banche dati nazionali e saccheggiare così conti correnti, dati fiscali, cartelle sanitarie e fedina penale della persona che si voleva spiare. Una vicenda allarmante, l'ha definita il Procuratore Nazionale Antimafia Giovanni Melillo. "Quest'indagine richiederà ancora molto tempo e molta fatica per poterci consentire di delineare esattamente i contorni di questa vicenda". Per il Procuratore Capo di Milano Marcello Viola si può parlare di un gruppo di hacker che aveva apparati molto sofisticati. E che chiedeva soldi in cambio di informazioni. Un giro d'affari di centinaia di migliaia di euro. "Si tratta, i soggetti che sono coinvolti, perchè ci sono anche degli altri iscritti oltre alle persone raggiunte dal provvedimento cautelare, fra queste persone vi sono ex appartenenti alle forze di polizia, alcuni invece appartengono tuttora, sono tuttora in servizio presso le forze di polizia. Vi sono poi tecnici informatici altamente specializzati". Sulla vicenda è intervenuto il Ministro della Giustizia Carlo Nordio: "non siamo al sicuro fino a quando la legge, da una parte, e la tecnologia a nostra disposizione non sarà riuscita ad allinearsi con la tecnologia a disposizione della criminalità", le sue parole.

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