Dall'autopsia disposta dalla Procura di Roma arrivano i primi dati certi circa l'incidente avvenuto domenica in via Salaria alle porte della Capitale. A bordo della BMW che ha preso fuoco dopo essere andata a sbattere sul muro perimetrale dell'aeroporto dell'Urbe c'era Massimo Bochicchio. L'esame del dna effettuato sui resti della vittima ha confermato che si tratta del broker romano 56enne. Sul luogo dell'incidente erano stati ritrovati i resti del braccialetto elettronico indossato dell'uomo. Bochicchio era al centro di una vicenda giudiziaria in quanto accusato di aver truffato vip e nomi noti dello sport per milioni di euro. Bochicchio sarebbe morto a causa dei traumi riportati nell'incidente. Dai primi esami autoptici non emergerebbero segni macroscopici di eventi cardiaci ma per capire se abbia avuto un malore prima dell'incidente saranno necessari ulteriori accertamenti che richiederanno almeno 60 giorni. Sulla fine dell'uomo d'affari restano interrogativi. Gli uomini del Nucleo Speciale della Polizia Valutaria della Guardia di Finanza hanno acquisito tablet, cellulare, pc e documenti tra cui un'agenda della vittima. Obiettivo degli inquirenti è verificare le comunicazioni, i contatti che il manager ha avuto nelle ore e nei giorni precedenti la tragica fine. Sulla dinamica di quanto avvenuto sono al lavoro anche agenti della Polizia Municipale, tre testimoni oculari hanno assistito all'incidente. Non è ancora esclusa la pista di un problema alla moto, magari un malfunzionamento. Il broker agli arresti domiciliari, ma gli erano state concesse due ore di permesso al giorno per alcune patologie di cui era affetto, stava rientrando in città. Sul luogo dell'incidente non è stato individuato alcun segno di frenata, gli investigatori stanno analizzando le registrazioni della videosorveglianza dell'aeroporto per verificare se le telecamere abbiamo ripreso le fasi dell'incidente.