L'ipotesi di reato contestata per la morte di Ramy Elgaml resta quella di omicidio colposo stradale. In Procura a Milano i magistrati titolari dell’inchiesta attendono gli esiti delle consulenze tecniche per valutare un eventuale cambio di contestazione da colposo a doloso. Dopo la visione dei filmati ripresi dalla Dash Cam di bordo di una delle tre gazzelle impegnate nell’inseguimento e dalle telecamere comunali posizionate all’incrocio dove c’è stato lo schianto finale, il ragionamento di chi indaga è che i militari del nucleo radiomobile che inseguivano lo scooter guidato da Fares non avevano come obiettivo quello di speronarlo ma essendo arrivati così vicini, fino a toccare lo scooter, hanno accettato il rischio che si potesse verificare un incidente anche dall'esito mortale. Per i legali del ventiduenne tunisino indagato insieme al carabiniere per la morte di Ramy, siamo di fronte ad un omicidio volontario. "Dal video è pacifico. Dall'audio è pacifico che qua siamo di fronte ad un omicidio volontario. Perlomeno sotto forma del dolo eventuale perché c'è stato un bilanciamento di interessi che comunque non è stato assolutamente giustificato. Un inseguimento che è durato più di 20 minuti, nella città di Milano, il più delle volte anche contromano e non parliamo di un inseguimento di un'autovettura contro un'altra autovettura. Un'autovettura contro uno scooter. Che se un'autovettura appena appena tocca lo scooter, lo scooter schizza via". La perizia dell’ingegnere incaricato dalla Procura sulla dinamica dello schianto chiarirà se ci sia stato speronamento da dietro e se la Giulietta abbia poi travolto il corpo di Ramy. La relazione della polizia locale intervenuta quella notte certifica solo un contatto laterale una decina di metri prima della caduta. Atteso anche l'esame peritale sul telefono del testimone oculare che si trovava proprio all'incrocio dove è avvenuto l'impatto finale.