Sapevano che potevano uccidere Willy ma non si sono fermati. In 74 pagine i giudici della Corte d'Assise di Frosinone hanno ricostruito gli ultimi istanti di vita di Willy Monteiro Duarte, pestato a morte la notte del 6 settembre del 2020 a Colleferro. Calci e pugni su un corpo a terra, che non poteva difendersi. Una morte arrivata al culmine di una banale lite verbale degenerata con l'arrivo dei fratelli Bianchi, autori di un blitz violento, di furia cieca. L'aggressione era avvenuta intorno alle 3:00 di notte. Willy sarebbe stato punito per aver difeso poco prima un amico durante una lite esplosa con uno dei quattro ragazzi poi arrestati. Gli autori del pestaggio sono stati condannati, il 4 luglio scorso, a pene pesantissime: due ergastoli per i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, 23 anni a Francesco Belleggia e 21 a Mario Pincarelli. I quattro, scrivono i giudici, si erano compattati a falange contro il corpo del povero Willy che si era appena intromesso per capire cosa stesse accadendo. Secondo i magistrati è proprio in quel momento che il ragazzo veniva colpito da Gabriele Bianchi con un violentissimo calcio frontale al petto sferrato con tecnica da arti marziali. Un orrore senza fine, quella notte, segnata dal racconto di testimoni che hanno ricordato come i due fratelli, esperti di arti marziali, picchiarono per 50 secondi con colpi a ripetizione il povero Willy fino ad ucciderlo.