La chiamata dei No-Green Pass corre su Telegram al motto "basta dittatura!" e vede oltre 40.000 iscritti, pronti a manifestare nel D-day, il giorno in cui la certificazione vaccinale diventa strutturale anche per gli spostamenti di lunga percorrenza. I No-Green Pass che hanno dato già varie dimostrazioni di intolleranza, con tafferugli e aggressioni nelle passate manifestazioni, ora promettono di bloccare 54 stazioni ferroviarie, da Milano Porta Garibaldi alla stazione Tiburtina di Roma, passando per città come Riccione o altre roccaforti No-Vax. Appuntamento fuori dalle stazioni alle 14:30 con promessa di entrare e bloccare i binari. Non ci faranno partire con il treno senza passaporto-schiavitù? Allora non partirà nessuno, è la promessa-manifesto dai toni inquietanti. Toni che in un crescendo sono diventati aggressioni fisiche, attenzionando il fenomeno al Viminale che ora guarda con allerta alle nuove manifestazioni. Preoccupano i recenti episodi di violenza contro i giornalisti di Rai, Repubblica e Fanpage e contro politici e virologi. Prima avvisaglia del deterioramento del clima, le percosse subite da Saverio Tommasi, reporter di Fanpage, a giugno scorso, mentre documentava le proteste No-Vax, poi in meno di una manciata di giorni altri tre episodi violenti contro giornalisti contusi e feriti. Il primo contro la cronista di Rainews Antonella Alba, poi il videomaker di Repubblica Francesco Giovannetti, ed infine l'aggressione all’infettivologo Matteo Bassetti. Coinvolti nelle indagini anche i servizi di Polizia Postale a monitorare quello che apparentemente sembra la composizione di liste di proscrizione. Nel gruppo anti Green Pass infatti è scattata la ricerca di indirizzi e riferimenti di politici e giornalisti, medici e paramedici favorevoli alle misure governative anti Covid-19. Un tam tam a cui il Viminale da massima attenzione anche in vista della chiamata, quella generale dei No-Green Pass, per il 6 settembre a Roma, sotto Montecitorio, per la sfida globale alle regole del Palazzo contro il Covid-19.