Costruttore e addetti alle vendite preferiscono definire il residence esclusivo e con elevati standard di sicurezza, e non un fortino blindato. Ma il muro, alto tre metri, che circonda l’intera area perimetrale e l’enorme cancello, fanno sembrare il nuovissimo complesso residenziale un quartiere fortificato. Cinquantacinque villette destinate ad ospitare 150 persone, piscina privata, viabilità interna e finiture di lusso. Ma chi ha scelto di comprare casa a Borgo San Martino, a pochi chilometri dal centro di Treviso, lo ha fatto soprattutto per la sicurezza offerta dal progetto. Il muro, se non impossibile, è molto difficile da scavalcare, e la sua altezza impedisce di fatto di sbirciare all’interno del residence, garantendo una maggiore privacy ai residenti. Un valido disincentivo per i malintenzionati, dunque, ma il muro ha sollevato anche dubbi e perplessità. Secondo gli ambientalisti di Italia Nostra, non rispetterebbe i vincoli del regolamento edilizio. L’opera è in regola, precisa invece il Sindaco di Treviso, ma la nostra città non ha bisogno di costruire muri: “Chiederemo alla società magari di mitigare l’impatto estetico che questo muro ha con il quartiere, con qualche pianta, in modo che sia più armonico. Sul tema di cosa questo può racchiudere, penso che dovremmo fare tutti un po’ una riflessione sull’effettivo bisogno di sicurezza e su come rispondiamo al bisogno di sicurezza dei cittadini”. Piaccia o no, il modello Borgo San Martino ha riscosso un discreto successo: su ventuno villette costruite, venti sono già state vendute. A quanto pare, sicurezza e privacy sono più importanti di un muro dal discutibile impatto estetico: “Se fosse a casa sua, lei sarebbe d’accordo ad avere un muro pure alto, ma insomma per la sicurezza?” “Io no…” “Lei no, ma io oggi sì. Oggi direi: per proteggermi lo farei”. “Qualcosa che ripara, ma non così alto come…” Lei non è d’accordo perché? “Per il muro grande… Non mi piace esteticamente. Per la sicurezza, se vogliono entrare, entrano lo stesso”.