Resta un tumore molto cattivo, al quinto posto per mortalità in Europa, sia per gli uomini, che per le donne, ma i dati stanno lentamente migliorando. Il tumore al pancreas è destinato a diventare la seconda causa di morte, per tumore, entro il 2030. Lo scorso anno in Italia ci sono stati oltre 13.300 diagnosi, la Fondazione Humanitas per la ricerca lancia una campagna di raccolta fondi. “Oggi è la giornata in cui tutto il mondo celebra la giornata mondiale per il tumore del pancreas. Celebra il fatto che ci vuole più consapevolezza, più conoscenza verso questa malattia che, come ha detto lei, è un big killer e proprio aumentando la conoscenza e la consapevolezza, possiamo pensare di trasformarlo in una malattia più curabile e meno, diciamo, spaventosa di come attualmente viene vissuta da molte persone.” La diagnosi precoce e le terapie mirate sono l’unica arma per sconfiggere questo big killer. La sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è dell’8,1% e l’unica cura è quella multidisciplinare; chirurgia e chemioterapia insieme. “Il pancreas, proprio per dove è messo anatomicamente, che è molto profondo nell'addome, non dà dei sintomi precoci e quindi per arrivare ad una diagnosi precoce in una fase iniziale, bisogna fare molta attenzione a sintomi che a volte vengono magari un po' sottovalutati. Ad esempio una persona che non ha predisposizione per il diabete, diventi improvvisamente diabetica, questo a volte è un campanello d'allarme. A volte persone che hanno degli episodi di pancreatite acuta un po’ inspiegati, possono manifestare così inizialmente questa malattia. A volte, invece, è più facile; un paziente diventa improvvisamente giallo e quindi questo non po’ chiaramente sfuggire, ma invece può sfuggire una persona che ha magari un dolore alla schiena, di cui non si trova una spiegazione convincente. A volte questo può essere un modo del tumore del pancreas di manifestarsi.