Minacciata con una pistola e violentata in zona Palestro, poco distante dal centro di Padova. È successo sabato. La donna, 37 anni, albanese, da tempo residente in Italia, riceve la telefonata di un 36enne kosovaro che non conosce e le dà un appuntamento: "Vieni, altrimenti sarà fatto del male a tuo figlio". All'incontro l'uomo si presenta con una pistola e la costringe a seguirlo. Le violenze si consumano prima nella casa che l'aggressore ha a disposizione da un suo conoscente, assente in quel momento, poi in un appartamento disabitato, picchiata e stuprata per ore. La donna riceve sul telefono alcune chiamate dal figlio e capisce che lui non è in pericolo. Riesce a liberarsi da sola nel pomeriggio e chiama il 113. Gli agenti della squadra mobile di Padova rintracciano in meno di 48 ore il presunto responsabile. Si nascondeva nel primo appartamento in cui era stata condotta la donna. Lo sorprendono nel sonno e lo arrestano. Pluripregiudicato e irregolare, era stato scarcerato il giorno prima dell'aggressione. Forse una vendetta ordinata al kosovaro dall'Albania da persone che la donna conosce. "Viene subito chiamato il 118. L'ambulanza viene condotta in ospedale. Lei racconta, appunto, di questo sequestro con una violenza sessuale continuata. Le viene riscontrato, anche i medici riscontrano, appunto, quanto la donna stava dicendo. I colleghi della squadra mobile effettuano dei sopralluoghi in base alle indicazioni della vittima, quindi un codice rosso, informata la Procura che ha immediatamente coordinato le indagini". L'uomo deve rispondere di sequestro di persona e violenza sessuale aggravata. Secondo gli investigatori si preparava alla fuga, a lasciare il paese. .