Una donna abbraccia i figli in un incrocio di luci e sguardi, in cui gli occhi della bambina si proiettano verso l'esterno. "Quest'opera racconta di una celebre frase di Sant'Agostino, dove la speranza ha due figli, da un lato lo sdegno dall'altro lato c'è il coraggio". Il coraggio e la speranza per un cambiamento si chiama Hope, l'ultima di una serie di opere di arte urbana che hanno trasformato uno dei più difficili quartieri d'Italia in un'immensa galleria a cielo aperto. "Arricchiamo questo quartiere con 11esimo murales e chiaramente nella speranza che ce ne sono tantissimi altri e che possa ospitare tantissimi altri artisti". Il progetto nasce da un'idea di Sicindustria che ha proposto una sorta di asta per offrire agli imprenditori e risolvere i problemi della città. "L'iniziativa che vuole collegare le imprese stessa al territorio attraverso gesti che possono apparire banali, ma che per noi sono di grande significato". A finanziare l'opera il presidente dell'autorità portuale che dopo la creazione del sontuoso molo trapezoidale al porto di Palermo, offre alla città un nuovo dono. "Non significa risolvere i problemi annosi di Palermo, però ecco rappresenta un piccolo segnale di speranza che esiste la possibilità di cambiare, esiste l'impegno, esiste la dedizione, esiste la volontà". L'arte non risolverà i problemi delle periferie, ma intanto sullo sperone grazie alle iniziative di collettivi artistici, come Sperone 167, si sono accesi i riflettori e il quartiere è diventato laboratorio di artisti e metà di turisti, strappando promesse di riqualificazione all'amministrazione della città. "Gli interventi straordinari che riguardano le strade, i luoghi di aggregazione sociale e in particolare la riqualificazione della costa sud".