Per la prima volta nel pontificato non è stato Papa Francesco a presiedere il Te Deum di fine anno e non sarà lui a celebrare la messa del 1° gennaio San Pietro. Bergoglio ha problemi all'anca, soffre da molto tempo di una dolorosa sciatalgia che gli procura sofferenza anche per movimenti semplici adesso, complice anche i lunghi e ripetuti riti di questo periodo che lo hanno obbligato a restare per molto tempo in piedi, si è acutizzata. Ma anche se non partecipa ai consueti riti Bergoglio a Capodanno a mezzogiorno guiderà comunque l'Angelus nella biblioteca del Palazzo apostolico. L'omelia del te Deum di ringraziamento scritta da lui è stata letta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio che ha presieduto il rito. La riflessione del Papa è incentrata su quest'anno invaso dalla pandemia che purtroppo non è ancora finita. Potrebbe sembrare forzato ringraziare Dio al termine di un anno come questo segnato dalla pandemia. "Il Covid non è certo un flagello voluto da Dio, perché Dio non è cinico e spietato e ama l'uomo" spiega il Papa, "ma Dio è di certo contento del tanto bene che è stato fatto in questo periodo" e Bergoglio segnala la riconoscenza che tutti dobbiamo agli operatori sanitari che si trovano in prima linea, medici, infermieri, infermieri volontari, come pure tanti sacerdoti, religiosi e religiose che si sono prodigati con generosità dedizione "ed il nostro grazie" continua Francesco "si estende a tutti coloro che si sforzano ogni giorno di mandare avanti nel modo migliore la propria famiglia e a coloro che si impegnano nel servizio al bene comune come i dirigenti scolastici e gli insegnanti e i pubblici amministratori che sono distaccati dagli interessi privati e anche degli interessi del loro partito".