L'ordinanza più recente la identifica come zona infetta, ma ormai in molti la definiscono più semplicemente come zona rossa. E' quella che include tutta l'area di Roma all'interno del Grande Raccordo Anulare compreso di alcune superfici a nord della Capitale che vanno oltre l'anello stradale. A gestire quella che viene considerata come un emergenza sanitaria una cabina di regia, che entro un mese, definirà le modalità per gli abbattimenti selettivi dei cinghiali l'interno proprio della zona rossa, individuata al fine di contenere l'epidemia di peste suina tra gli animali. I casi accertati per il momento sono otto, il primo obiettivo spiega il Commissario Straordinario Angelo Ferrari è quello di mantenere i cinghiali nell'area, chiudere tutti i varchi ed impedire il passaggio di animali infetti al di fuori della zona rossa, per evitare che si alimenti il focolaio; poi aggiunge Ferrari ci sono una serie di ulteriori obiettivi, ad iniziare dal monitoraggio di eventuali carcasse sempre per garantire che la zona infetta non si ampli ulteriormente; infine s'ipotizza in un anno dalla registrazione ultima carcassa positiva il tempo necessario per avere la certezza che la malattia venga eradicata. Un virus innocuo per gli esseri umani, ma estremamente pericoloso per cinghiali e maiali con una mortalità pari al 90%.