Tra annunci e promesse l'Italia si prepara a partire, dal prossimo 15 gennaio, ad una massiccia campagna di vaccinazione con un dubbio che diventa sempre più concreto: e se per il 2021 non ci fossero dosi sufficienti per tutti? Nei mesi scorsi l'Europa per cercare di accaparrarsi più vaccini possibili ha siglato i contratti di acquisto con AstraZeneca, Sanofi, Jansen, Pfizer, Curevac e Moderna, per un totale di 1,3 miliardi di dosi opzionato per tutto il 2021. All'Italia ne sono state assegnate 202 milioni, ma il percorso di un vaccino per ottenere l'autorizzazione è accidentato come dimostrano i casi di Sanofi e AstraZeneca, le cui sperimentazioni hanno registrato importanti battute d'arresto rallentandone quindi la fornitura ai vari paesi, Italia compresa. D'altronde è scritto nero su bianco anche nelle 13 pagine del piano vaccinale del Ministero della Salute: le tempistiche le cifre delle dosi acquisite a livello europeo potranno essere soggette a variazioni in funzione dei processi di autorizzazioni, assegnazione delle dosi e infatti il conto è presto fatto. Dai 202 milioni di vaccini spettanti all'Italia bisogna sottrarre almeno per i primi mesi le forniture più consistenti: 40 milioni di dosi di Sanofi, il cui arrivo è stato posticipato al 2022 e 40 milioni di dosi di AstraZeneca e 53 milioni di dosi di Janssen, ancora alla fase tre di sperimentazione sulle cui date di consegna non vi è alcuna certezza. Si punta quindi sui vaccini Pfizer e Moderna, i primi ad arrivare con una precisa tempistica indicata nel piano vaccini: 37 milioni di dosi da consegnare entro settembre 2021. E poiché ogni persona ha bisogno di due dosi saranno sufficienti a immunizzare solo 18 milioni e mezzo di italiani.