Restiamo in Sicilia con la pubblicazione su siti istituzionali e sui quotidiani nazionali, è partito l'iter che potrebbe portare all'esproprio di case e terreni dove dovrebbero sorgere i piloni per il ponte sullo Stretto. Siamo andati a Messina a vedere qual è la situazione con il nostro inviato Fulvio Viviano. Con la pubblicazione sui quotidiani nazionali e regionali di Sicilia e Calabria è iniziato ufficialmente l'iter che dovrebbe portare alla posizione del vincolo e all'esproprio dei terreni, case e ville che si trovano nelle zone interessate alla costruzione dei due piloni principali che fanno parte del progetto per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. A rischio demolizione 450 case, 150 in Calabria mentre sul lato siciliano la zona su cui ricadrebbero gli espropri è quella di Torre Faro e sono 300 le unità abitative che in teoria dovrebbero essere espropriate e abbattute se il progetto venisse approvato così com'è adesso. Una battaglia, quella dei residenti di Torre Faro e Ganzirri, che va avanti da quasi vent'anni come ci spiega il legale di alcuni residenti Carmelo Briguglia. "Abbiamo combattuto tante battaglie e anche tanti avvenimenti che si sono verificati che hanno consentito di allontanare da noi questa spada di Damocle, adesso il procedimento è stato ripreso dal ministro Salvini e sembra dalla comunicazione che noi in qualche modo subiamo che questo procedimento sia ormai arrivato alla ineluttabilità dei procedimenti espropriativi e si fa, tutto questo avviene anche in considerazione dell'avviso pubblicato dallo Stretto di Messina che è stato interpretato nel senso che si sta procedendo con gli espropri, niente di più falso. Questo avviso dà comunicazione ai cittadini interessati che sta per iniziare il procedimento per la posizione del vincolo espropriativo." I residenti della zona e gli attivisti No Ponte sono pronti a dare battaglia. "Siamo convinti di essere dalla parte della ragione e del buon senso, al di là delle nostre case, di tutto quanto gira attorno a questo ponte e allora io dico quando si è convinti, quando si è dalla parte della ragione e del buonsenso alla fine, alla fine, le cose dovranno andare solo in un unico modo nel senso della ragionevolezza." "È una cosa veramente criminale pensare di toccare uno dei luoghi più sacri e più belli e più unici del mondo. Questa è una zona protetta da due ZPS, Zona Protezione Speciale, dodici SIC, c'è avviata una procedura per chiedere la dichiarazione di patrimonio dell'umanità, toccare qui è veramente un crimine, è come voler fare un, che ne so, uno svincolo dentro Piazza Navona, non si può fare." A partire dalla prossima settimana e per i successivi 60 giorni tutti gli interessati agli espropri potranno presentare i propri rilievi legali sulla legittimità dei provvedimenti, poi si capirà quello che succederà.