Le problematiche della scuola a distanza sono da un lato il non riuscire a raggiungere effettivamente tutti gli studenti. Si stima che ancora oggi tra un 20 e un 30% degli studenti italiani non riesca a partecipare alle lezioni. E poi, evidentemente, non può essere l'unico modo di fare didattica, perché si perde il rapporto diretto con i ragazzi, con gli studenti. L'altro problema grande è quello che riguarda la ripresa di settembre. Bisogna iniziare a lavorare da subito per programmare quello che sarà il rientro e che tipo di rientro sarà. È impossibile, ad oggi, con la condizione epidemiologica, che c’è ancora oggi, immaginare, per esempio, alle 7 del mattino gli autobus pieni di ragazzi che si recano a scuola. Così come è impossibile immaginare delle aule piene con 24-25 ragazzi. Per i bambini più piccoli c'è un problema nel capire se e come potranno essere somministrati i pasti. Per cominciare a ragionare di tutto questo, noi crediamo che servono dei patti territoriali per la scuola. Se non è più sufficiente la scuola come luogo fisico, bisognerà immaginare l'utilizzo di palestre, di biblioteche, di cortili anche gli oratori, per esempio. Gli insegnanti sono pronti? Gli insegnanti hanno dato dimostrazione di adattabilità in modo formidabile in questo momento.