Manipolatore, privo di sensi di colpa o di rimorsi, ha ucciso con una rabbia fredda, una rabbia terminale, legata al senso di sconfitta e all'impossibilità di controllare una situazione che gli era sfuggita di mano e che sia manifestata quel 27 maggio 2023, quando colpi Giulia, incinta di sette mesi, con 37 coltellate. Entrano nel dettaglio delle loro conclusioni gli psichiatri forensi nominati della Corte d'Assise di Milano che con la loro perizia hanno certificato la capacità di intendere e di volere di Alessandro Impagnatiello il barman reo confesso dell'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano che deve rispondere di omicidio volontario pluriaggravato, procurato aborto e occultamento di cadavere. Nessun disturbo di personalità che, se ci fosse stato, avrebbe condizionato tutte le sfere della vita dell'imputato, ma piuttosto tratti di una personalità narcisistica che però, secondo i periti, non scivolano mai verso un disturbo psicotico. Quando ha ucciso Giulia, Alessandro Impagnatiello era lucido e privo di confusione conclusioni a cui erano arrivati anche i consulenti di parte civile. "Il male esiste, ed esiste la banalità del male di cui Impagnia tiello è, nell'ambito di questa vicenda, l'unico protagonista consapevole dal primo all'ultimo istante. Ci aspettiamo che la Corte di Assise sappia esercitare la massima pena di giustizia per quello che si è reso responsabile." Soddisfatti della perizia super partes anche i legali di Impagnatiello che, pur sottolineando non fosse mai stata messa in discussione la capacità di intendere e di volere del loro assistito, precisano. "Secondo voi c'è uno spazio per delle attenuanti?", "Andremo a discutere, vedremo, sì sicuramente sì." Si torna in aula l'11 novembre quando a prendere la parola saranno i Pubblici Ministeri per la richiesta di condanna e la difesa. Intanto via social parla la mamma di Giulia. "In tutto questo orrore, ora è tempo che sia fatta giustizia e la giustizia in questi casi è una pena esemplare.".