Questione migranti, continuano gli sbarchi a Lampedusa

18 mar 2024
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Morire su una barca che nessuno soccorre per giorni. È successo ancora. A meno di una settimana dalla strage dei sessanta migranti morti su un gommone raggiunto poi dalla Ocean Viking, quando soltanto in venticinque erano rimasti in vita. A bordo di uno scafo in ferro partito da Sfax venerdì erano in cinquanta, tutti giovanissimi profughi subsahariani, due non ce l'hanno fatta. Erano già senza vita quando la Guardia costiera li ha raggiunti, trovando un gruppo di naufraghi allo stremo. Al molo Favaloro li attendono le ambulanze. Scendono a terra lentamente, non si reggono in piedi. Scalzi, denutriti, tremanti. Tra loro la madre e il fratello di una delle due vittime. Avvolti nelle coperte termiche, confortati dagli abbracci degli operatori umanitari. Una volta a bordo del pullman trovano la forza per un sorriso. "Continuiamo ad assistere a quella che è la vera emergenza, ossia le persone che continuano a morire in mare. Non finiamo mai di contare i naufragi. Le persone sopravvissute che sono arrivate erano in stato di shock, alcune ipotermiche. Molti di loro piangevano per il dolore agli arti inferiori che sentivano a causa della posizione in cui sono state costrette tutti questi giorni di viaggio". Poco prima erano arrivati altri 20 profughi salvati da una motovedetta della Guardia di Finanza. Tutti i nuclei familiari con bambini molto piccoli. A loro è andata meglio, la loro traversata è stata più breve, sono arrivati tutti vivi .

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