"Tutto fermo al punto di partenza. Sinceramente non ci aspettiamo nulla noi". "L'Italia può fare qualcosa, l'Italia?" "Mah speriamo che facciano qualcosa. Ma il nostro Alessandro non tornerà mai più". Nulla può confortare la famiglia di Alessandro Coatti, il biologo emiliano assassinato in Colombia. I resti ritrovati in tre borse nella città di Santa Marta. Torna a parlare lo zio del ricercatore 38enne. "Che ci diano il corpo e poi faremo ciò che bisogna fare". A volto coperto, in un video pubblicato sui social, i vertici dell'organizzazione paramilitare nota come Los Panchos, sospettata dell'omicidio, negano ogni responsabilità e invitano le autorità a indagare a fondo. Un video senza valore per la famiglia di Alessandro. "Io l'ho visto, l'ho visto. Però ci sono altri guerriglieri, è? Quindi chi lo sa. È tutta gente che, cosa vuoi credere? C'è mica più nulla da credere". Le sue fotografie, nelle storie pubblicate su Instagram dalla madre Sandra Lovato. Alle immagini non aggiunge nessuna parola, solo il silenzio. Laureato alla normale di Pisa, biologo molecolare, Alessandro Coatti, aveva lavorato a Francoforte e a Londra. Era partito due mesi fa da qui, da Longastrino, nel ravennate, per una vacanza. Lo aspettavano per Pasqua. "Aveva una parola con tutti. Aveva dei buoni rapporti con tutti, insomma". .