Il rimpastino è servito. Michele Emiliano non accontenta per ora quanti soprattutto da Roma gli chiedevano l'azzeramento della sua giunta, limitandosi a piccole, per quanto sostanziali, modifiche. Dopo Anita Maurodinoia, indagata, e Rosa Barone uscita dalla maggioranza con tutto il Movimento 5 Stelle, lasciano il tecnico Rocco Palese e, tra le polemiche di Sinistra Italiana, la vendoliana Anna Grazia Maraschio. Dentro tre donne: Viviana Matrangola, figlia di Renata Fonte, l'assessore Di Nardò uccisa nel 1984 e tra i simboli dell'antimafia pugliese, l'avvocato Serena Triggiani e, unico politico, la consigliera PD Debora Ciliento. Ad Anna Matrangola, Emiliano ha affidato l'assessorato alla legalità invocato proprio qui a Bari da Giuseppe Conte lasciando libera la casella del Welfare nella speranza di ricomporre lo strappo con il Movimento 5 Stelle che comunque non voterà la mozione di sfiducia proposta contro il governatore dal centro destra. Nessuna novità intanto dal fronte giudiziario dove si attende ancora di chiarire la vicenda dei messaggi tra Emiliano ed il suo ex assessore Pisicchio e tra qualche giorno, in merito alle recenti inchieste, lo stesso governatore, il sindaco Decaro ed il procuratore Rossi saranno ascoltati dalla Commissione Parlamentare Antimafia.