Immediato ritiro del DDL Sicurezza, un disegno di legge definito liberticida in tutte le sue declinazioni, che colpisce la democrazia e gli ultimi. Queste le richieste dei manifestanti riuniti a Roma nella giornata di mobilitazione della rete "No al DDL Sicurezza". Attesi 25.000 da quasi 200 associazioni in tutta Italia, la chiamata ha superato le aspettative degli organizzatori che hanno contato sino a 100.000 adesioni. Il corteo, partito nel primo pomeriggio da Piazza del Verano, ha percorso le strade della capitale fino ad arrivare in serata a Piazza del Popolo. 100.000 uomini e donne, scrive la rete "No DDL Sicurezza" a fine giornata, libere espressioni del dissenso, visionari di umanità liberate da sfruttamento, guerre, patriarcato, devastazione ambientale, hanno sfidato il Governo Meloni e chiesto il ritiro del testo. "È veramente una dichiarazione di guerra alla povertà, al disagio". "Che ci sia un ripensamento complessivo e che quindi non si vadano a toccare singole parti, magari perché c'è qualcuno più sensibile di altri, quindi magari qualche articolo viene migliorato. È l'impianto che produce insicurezza, produce carcere in un momento in cui proprio non ci sarebbe bisogno di affollare le carceri". "È inaccettabile, che porta repressione e criminalizzazione di stampo fascista, praticamente". Tra i manifestanti il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, che definisce il testo completamente reazionario, da respingere nel modo più assoluto. Misura illiberale, cinica e feroce, per il leader dei Verdi Angelo Bonelli. Un testo che sottolinea l'urgenza di difendere la democrazia, per il senatore del Partito Democratico Boccia. In corteo per difendere il diritto al dissenso anche Fratoianni, leader di Sinistra Italiana. A conclusione della mobilitazione la rete nazionale "No DDL Sicurezza" ribadisce che il testo non è emendabile, va solo ritirato, e promette la mobilizzazione nelle giornate in cui sarà calendarizzato per il voto al Parlamento.