Ricatti, estorsioni e poi un suicidio, due minori a giudizio a Palermo

09 gen 2025
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I ricatti e le minacce da parte della figlia allora 14 enne del fidanzato di tre anni più grande sarebbero andati avanti per mesi. Almeno da dicembre fino a marzo 2024, quando l'uomo a 48 anni aveva deciso di togliersi la vita. Le indagini della Procura dei Minori di Palermo si sono concluse adesso, determinanti i messaggi sui telefoni cellulari le lettere, Il testamento, ritrovati da un altro figlio accanto al corpo dell'uomo. Il quadro che emerge è di un'aggressività costante, la ragazzina pretendeva di continuo soldi per andare a cena fuori, per ricaricare il cellulare o comprare uno scooter. Minacciava il padre, diceva che lo avrebbe denunciato ai servizi sociali che avrebbe distrutto la sua auto che l'avrebbe fatto picchiare dal padre del fidanzato. "Te la devi vedere con Dio e portarti per tutta la vita questo fardello", aveva scritto l'uomo prima di morire. "Vorrei perdonarti ma non ci riesco, non provo rabbia ma disprezzo, lo stesso disprezzo che hai per me". E poi in una missiva agli altri figli aveva scritto: "Sono troppo stanco di vivere, non riesco ad andare avanti così". La ragazza è stata trasferita in una comunità e nel frattempo ha dato alla luce un bambino. Il fidanzato è in una cella del carcere per minori Malaspina. Il 26 maggio i due appariranno davanti al Giudice per l'udienza preliminare. L'accusa di cui devono rispondere è morte come conseguenza di continui episodi estorsivi.

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