Stava aspettando l’autobus alla fermata di Rebibbia, periferia nord-est di Roma, sulla via Tiburtina, intorno all’una di notte, quando per strada non c’era più nessuno; una Panda rossa le si è accostata, a bordo due indiani o bengalesi; uno di loro è sceso dall’auto ha cercato di «attaccare bottone», poi le ha offerto un passaggio, e al rifiuto di lei l’ha strattonata e costretta a salire. È iniziato così l’incubo per una donna di 43 anni, terminato solo dopo un terribile stupro di gruppo. I due l’hanno, infatti, portata su una strada sterrata, sotto un cavalcavia buio e isolato, vicino allo svincolo di Guidonia; lì c’erano altri due uomini ad attenderli, anche loro stranieri; tutti e quattro avrebbero, quindi, abusato di lei a turno, minacciandola con un coltello e una bottiglia rotta. Inutili le urla della donna, che ha poi raccontato alla polizia di aver deciso a un certo punto di immobilizzarsi, per evitare di farsi ancora più male, e in attesa soltanto che loro finissero. I quattro l’hanno lasciata lì, per terra, sola e terrorizzata; lei è riuscita a camminare fino a un distributore e a chiamare gli agenti, che l’hanno soccorsa e portata all’ospedale di Tivoli; dieci i giorni di prognosi. La Procura ora indaga per sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo. I quattro sono ricercati, e potrebbe non essere il loro primo stupro.