Avranno una nuova casa Mourad, Fatia e i loro tre bambini. La notizia arriva con questo comunicato, alla fine dell’incontro in Campidoglio con la Sindaca Virginia Raggi. Così la famiglia Maslouh, marocchina, ormai da 15 anni in Italia, forse potrà lasciarsi alle spalle quello che è successo. “A San Basilio non vogliamo tornare, abbiamo paura” avevano detto martedì, dopo che una trentina di persone di questo palazzone popolare alla periferia di Roma aveva impedito loro, con insulti e minacce, di entrare nell’appartamento assegnato dall’ATER. Lo aspettavano da cinque anni, i Maslouh. Sono stati cacciati. L’alloggio era occupato abusivamente da un’altra famiglia, che fino a qualche mese fa viveva in camper. Cinque persone sono state indagate per minacce e resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata e violazione della legge sull’odio razziale. “Non siamo razzisti” continuano a ripetere gli abitanti del condominio. Qui da anni si aspettano risposte a una situazione sociale sempre più difficile, fatta di povertà, disoccupazione, emergenza abitativa, in cui illegalità e criminalità trovano gioco facile. “Il quartiere di San Basilio non può essere offeso da una minoranza che con gesti inqualificabili offende tutti gli abitanti della zona” ha commentato Raggi. L’assessore alle Politiche sociali, Laura Baldassarre, incontrerà di nuovo nelle prossime ore una delegazione di via Filottrano 15. “San Basilio è anche molto altro da quello che è successo, quindi noi stiamo dialogando con tutti i cittadini, perché chiaramente il disagio va ascoltato e dobbiamo dare delle soluzioni per tutti”. A San Basilio aspettano di vedere il Sindaco. Nel frattempo, a quanto pare, la vecchia casa assegnata ai Maslouh, sgomberata martedì, è di nuovo occupata.