Il TAR della Liguria ha dichiarato illegittimo l'affidamento diretto alla RAI dell'organizzazione del Festival della Canzone Italiana. La sentenza ha disposto che dal 2026 il comune di Sanremo debba indire una gara pubblica. Fatta salva la prossima edizione targata Carlo Conti, dalla successiva dunque, potranno avere accesso tutti gli operatori del settore. Il ricorso è stato presentato dalla società Je, guidata da Sergio Cerruti, presidente dell'Associazione Fonografici Italiani, che contesta la concessione in uso esclusivo del marchio Festival della Canzone Italiana. Per i giudici non vi è un legame inscindibile tra il marchio e il format televisivo e la messa in gara garantirebbe maggior qualità e trasparenza. Immediata la polemica politica col PD che ha invitato i vertici della TV pubblica riferire in Parlamento affinché chiariscano, come si intende garantire, che il Festival resti un pilastro della RAI. Un fulmine a ciel sereno, dunque, dopo circa 70 anni di monopolio per Viale Mazzini che in una nota ufficiale, oltre ad anticipare il ricorso al Consiglio di Stato, sottolinea come il TAR abbia giudicato irregolari soltanto le delibere le quali il comune di Sanremo ha concesso in uso esclusivo a RAI il marchio Festival della Canzone Italiana, nonché alcuni servizi ancillari erogati in occasione dell'organizzazione del Festival stesso. Dunque, concludono i vertici RAI, non vi è alcun rischio che la manifestazione canora possa essere organizzata da terzi.