"Oggi purtroppo non prendiamo i ticket, aderiamo anche noi all'iniziativa di non prendere i buoni." Buoni pasto? Gli esercenti hanno deciso di indire il giorno del no. "E' una situazione ormai insostenibile. Considerate che per noi il buono pasto fondamentalmente è uno strumento di pagamento e francamente pagare il 15, 20% di commissione è una cosa insostenibile. E' uno strumento di pagamento come sono le carte di credito. Sulla carta di credito oggi si paga 1, 1,5 %, sui ticket e sui buoni pasto si paga appunto il 15-20%. Il POS quindi carta di credito, incassiamo il giorno dopo, il ticket o comunque il buono pasto lo incassiamo con 50 giorni più tardi." Non conviene e su questo punto sono tutti d'accordo e la commissione è molto alta. E' una tassa occulta secondo Fipe e Confcommercio. "Il mercato, vede, vale circa 3 miliardi di euro, un miliardo duecento milioni di euro vengono gestiti dallo Stato per dare da mangiare, per dare un sostitutivo di mensa ai dipendenti pubblici. Questo significa che viene messo al massimo ribasso il valore del buono pasto." No ai buoni pasto per 24 ore in bar, supermercati e ristoranti. Per la verità in tanti non ne erano al corrente, altri come le associazioni dei consumatori protestano, qualcuno si limita a tornare il giorno dopo per la spesa più consistente e altri ancora appoggiano la protesta. "Era comodo pagare con i buoni però vedendo insomma le ragioni dello sciopero, sono insomma, va bene va bene." Insomma il problema sono i costi di commissione e i ristoratori e commercianti sono compatti. Così non si può andare avanti. "Praticamente lavoriamo gratis per i buoni pasto.".