Da Nord a Sud, il primo pensiero del mattino è stato: speriamo arrivi presto domani. Come previsto, lo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale ha paralizzato le grandi città. Perché, per la prima volta da circa vent'anni, non prevedeva fasce di garanzia. Anche se un servizio minimo, con modalità differenti da città a città, è stato comunque assicurato. Fermi o quasi autobus, tram e metropolitane con un'adesione dei lavoratori quasi totale: una media del 90%, con punte del 100% secondo i sindacati, che hanno proclamato questa terza giornata di sciopero per il rinnovo del contratto collettivo nazionale scaduto il 31 dicembre 2023. A Roma traffico in tilt e decine di persone assiepate fuori dalle fermate della metro in attesa che riaprissero i cancelli delle linee A e B, garantite, fra le 17 e le 20. Orari e modalità analoghe anche per le società del trasporto pubblico di Palermo, Venezia e Napoli dove i pochi bus in circolazione venivano presi d'assalto da folle di passeggeri. A Milano la fascia di garanzia fra le 15 e le 18 ha consentito a tanti fra cittadini e turisti di spostarsi con i mezzi pubblici, metro compresa. Centinaia di persone si sono assiepate in centro, in zona Duomo e porta Venezia, aspettando l'apertura dei cancelli per poi dar vita a scene da far west per assicurarsi un posto sui vagoni. Tutto fermo a Torino, Bologna e Firenze dove, l'alternativa in una giornata di ordinaria follia, è stata scorrazzare in monopattino.