È concentrata sull'analisi dei PC portatili e dei telefonini sequestrati a Sabrina Fina, Massimo Carandente e Giovanni Barreca l'attenzione degli inquirenti che cercano di ricostruire minuto per minuto quello che è successo all'interno della villetta degli orrori ad Altavilla Milicia dove, durante quello che è stato definito un rito di purificazione dal demonio, Kevin, 16 anni, Emmanuel, di 5, e Antonella Salamone, di 41, sono stati uccisi dopo orrende torture. I magistrati della procura di Termini Imerese guidata da Ambrogio Cartosio vogliono capire se i 4 fermati, tra loro c'è anche la figlia 17enne di Barreca, abbiano fatto tutto da soli o se ci sia stato anche qualche input dall'esterno. In particolare si stanno verificando i contatti tra Fina e Carandente e altri presunti appartenenti alla setta dei Fratelli di Dio, di cui Carandente sarebbe stato il fondatore. Per il momento gli investigatori hanno identificato una decina di persone che però avrebbe avuto contatti superficiali con la coppia soltanto via web. Intanto i coniugi palermitani che hanno incontrato il loro nuovo avvocato nei giorni scorsi continuano a dichiararsi innocenti e a scaricare tutta la responsabilità su Giovanni Barreca. Per questo hanno chiesto di essere sentiti al più presto dai magistrati. L'interrogatorio non è ancora però stato fissato.