“È questo, è lo stesso”. “Sono io il vincitore della lotteria di Capodanno”. Decisamente più riservato, più discreto e anche più prudente il vincitore del ricchissimo 6 al Superenalotto, che ha atteso due mesi per palesarsi. “Se ce li versa lo Stato, che pensava di intascarseli loro, e invece se li è presi lui”. 60 giorni in cui a Lodi, dove in pieno agosto al bar Marino è stato centrato il 6 da 209 milioni di euro, si è pensato e si è detto di tutto. “Secondo me qualche problema, qualche malattia, o l'ha buttato per sbaglio”. Abbiamo una notizia, hanno ritirato la vincita. “Oh, che bello. No, anche perché, davvero, stavamo pensando che non la ritirasse più”. “Avevamo il dubbio che potesse averla persa”. E ora, dopo il valzer di ipotesi sulla sorte del vincitore, via alla lista dei desideri. “Un bel viaggio ai Caraibi. Cinque - sei mesi con le infradito. All'aeroporto, via”. “Se vuoi fare qualcosa anche per noi”. “Mi devo pagare l'affitto, se tira fuori 3 mila euro”. Vorrebbe 3 mila euro per l'affitto? “Esatto”. Dove andrebbe? “No, no, a casa mia”. A fare nulla, signora? “Sì, guardo la De Filippi tutto il giorno. Poi con il cuore guardo quell'altra, la D'Urso. So che arrivano le bollette e dico andate a pagarle”. Devo pagare la bolletta. Non ho vinto il Superenalotto.” “Prima di tutto mi pago il mutuo della casa, e poi, va beh, mi sistemo per me e per mia figlia, che ha due anni. Il mio compagno no”. “Una macchina, il conto in banca, per dire, domani se c'ho voglia vado a lavorare sennò no”. Buon lavoro intanto. Le consiglio di lavorare. “Beh, purtroppo”.