È il giorno in cui la procura di Genova parla davanti alla commissione parlamentare antimafia di come si sarebbe articolata la presenza dei Riesi nel quartiere di Certosa. Ed è lo stesso procuratore capo Nicola Piacente che a Roma deve riferire delle presunte infiltrazioni di cosa nostra al voto di scambio. Ipotizzate nella maxi inchiesta che ha portato i domiciliari il governatore Giovanni Toti. Per i magistrati genovesi, nel 2022 sono almeno 400 i voti dati ai consiglieri della lista Toti in cambio di posti di lavoro che il presidente della regione nell'interrogatorio di giovedì scorso ha riferito di non ricordare. Mentre ieri l'ex presidente del porto di Genova Paolo Emilio Signorini unico indagato in carcere non ha convinto fino in fondo i magistrati. Per i PM, sarebbe lui il grande corrotto di questa Tangentopoli Ligure: denaro, viaggi e regali in cambio di corsia preferenziale ad alcuni imprenditori come Aldo Spinelli per il rinnovo trentennale della concessione del terminal rinfuse e Mauro Vianello che in porto si occupa di sicurezza e vigilanza per l'aumento tariffario. Davanti ai magistrati, Signorini ha ammesso i sui soggiorni a Montecarlo ma ha definito i suoi comportamenti inopportuni non corruzione. Un interrogatorio a breve senza aprire i cassetti riguardo altre persone coinvolte nell'inchiesta. L'imprenditore Aldo Spinelli ritenuto il corruttore 84 anni resta ai domiciliari in quanto per la giudice c'è rischio di una reiterazione del reato. Il figlio Roberto intanto, ieri è tornato in tribunale dimostrando di aver usato l'aggettivo leciti riguardo i finanziamenti chiesti da Toti al padre Aldo Spinelli e non illeciti. Riascoltato il passaggio della registrazione dell'interrogatorio a conferma che si è trattato di un errore di trascrizione dell'intelligenza artificiale. Prossimi interrogatori chiave saranno quelli del sindaco di Genova Marco Bucci ed il patron di MSC Gianluigi Aponte come persone informate dei fatti.