Dalle prime vaccinazioni in Italia, che hanno riguardato i sanitari, sono già passati quasi 9 mesi e 9 mesi è quanto può valere il green pass, una scelta tra terza dose o allungare la certificazione è evidente deve essere fatta e può riguardare anche solo alcune categorie. I virologi sono divisi perché i dati a disposizione non sono sufficienti e per la maggior parte provengono dalle stesse aziende che producono i vaccini. "Credo che la decisione sarà una decisione sostanzialmente politica più che scientifica, ragionevolmente dovremmo allungare il green pass. Esiste ancora una quota, anche nei paesi ricchi come il nostro, di persone che non sono ancora state vaccinate". Se nel mondo globalizzato ci sono intere popolazioni che non hanno accesso ai vaccini, si va verso una terza dose per i cittadini americani. Una strada già avviata in Israele dove, con il concomitante aumento dei casi, si sta verificando uno studio reale sul campo, spiega Bonaccorsi, la diminuzione della cosiddetta protezione anticorpale non è l'unica protezione immunitaria, esiste quella garantita dall'immunità cellulare. Tornando al nostro Paese e alla tenuta del sistema: " Pensate soltanto che cosa succederebbe agli hub vaccinali attuali con una popolazione montante che dovrebbe ricevere la terza dose, quando ancora non abbiamo terminato le coperture, soprattutto per le fasce in età giovanile 12-19 ma fino a 50 anni in realtà con la seconda dose. Quindi organizzativamente sarebbe un'impresa. E sarebbe anche sottrarre risorse a chi forse ha maggiore priorità e maggior diritto a ricevere le due dosi di vaccino rispetto a chi, come me per esempio, le ha già ricevute".