Ogni bambino, ogni singolo bambino, cioè il nostro bambino, ha un modo caratteristico di procedere. È il suo DNA comportamentale. Questo modo di procedere è condensato in un grumo di comportamenti che chiamiamo stile di vita. Lo stile di vita è come una minestra con tre ingredienti. Il primo ingrediente è la costituzione ereditaria, così come un bambino prende gli occhi, gli orecchi, il naso, i capelli dai genitori, prende anche qualche gruppo di neuroni, questo è molto probabile. Secondo ingrediente sono le impressioni soggettive, cioè il bambino interpreta creativamente tutto quello che vede, a prescindere dalle regole dell'oggettività. Il terzo ingrediente è l'azionista di maggioranza di questa triade, si chiama ambiente ed è il vero scalpello dalla nostra personalità. Il bambino viene in qualche modo costruito dall'ambiente. Dall'ambiente familiare soprattutto perché lo stile di vita si struttura nei primi 5 6 anni, quando il bambino è quasi sempre in famiglia. Un esempio banalissimo: un mio paziente mi racconta che quando era piccolo a casa sua bevevano tutti, erano tutti alcolisti, però a lui veniva proibito di bere. Così per sentirsi come gli altri, lui stemperava della liquirizia nella gazosa, ne otteneva una bevanda color vino e si sentiva come gli altri. È diventato alcolista anche lui. Ovviamente questo non è un effetto automatico perché lo stile di vita non è fatto di granito, è modellabile, noi lo possiamo correggere. L'educazione esiste per questo, però per farlo bisogna imparare a leggere la trama dello stile di vita del bambino. Così potremo tirare a indovinare il meno possibile e potremo fare interventi mirati che spostano il cammino del bambino su sentieri prosociali, utili agli altri e anche a lui.