"Siamo vestiti male, fate presto, veniteci a salvare". Sono state le ultime parole di Cristian al 118 dell'Aquila domenica pomeriggio. Erano le 15:12 i primi soccorritori sono andati a prenderli subito ma la bufera è arrivata prima di loro. Venti a 180 km/h e temperature che sono precipitate di 12 gradi in poche ore, ricerche bloccate, ore febbrili. Cristian Gualdi, di 42 anni, e Luca Perazzini, di 48, alpinisti di Sant'Arcangelo di Romagna sono scivolata in un canalone mentre scendevano dalla direttissima al corno grande. Li hanno trovati dopo cinque giorni, quando il vento si è calmato ed è arrivata l'altra pressione, esattamente dove si aspettavano che fossero, nella Valle dell'Inferno che gli aveva intrappolati. "Quando abbiamo valutato che la situazione era abbastanza diciamo tranquilla, anche se c'erano degli accumuli dovuti diciamo all'azione del vento dei giorni precedenti, abbiamo iniziato con le ricerche coi cani da valanga però forse per il fatto che era molto freddo e la neve era molto compatta quindi non sono riusciti a segnalare nulla". Cristian e Luca erano a cinque metri di distanza l'uno dall'altro. "Dopo tre giorni e mezzo di bufera, dopo venti a oltre 180 km/h ci sono delle zone dove la neve era completamente pulita e delle zone tipo i canali che c'erano intorno a noi, molto carichi di neve". In quota c'erano tutte le forze in campo, i volontari del Soccorso Alpino la Guardia Guardia di Finanza, unità cinofile con il supporto aereo di un eliambulanza della Regione Abruzzo e di un elicottero dei Vigili del Fuoco, è stato Marco Iovenitti, del Soccorso Alpino a trovare il secondo corpo, è stato lui ad avvisare il padre. Una notizia che nessuno avrebbe mai voluto dare. "La concomitanza di diversi fattori quali la scivolata, la caduta, il maltempo adesso soprattutto e quindi freddo poi hanno determinato questo epilogo".