“Questi striscioni, contro questi striscioni, tutte queste cose che abbiamo visto: basta. Non lo rimetterò sicuramente”. Consiglio comunale di Trieste, maggioranza di centrodestra, sindaco Roberto Dipiazza. Da marzo è appeso sul palazzo comunale uno striscione giallo di Amnesty International, con su scritto: “Verità per Giulio Regeni”. Maggioranza e sindaco decidono di toglierlo. “C’è il rischio di assuefazione visiva”, dicono. L’opposizione, però, non ci sta e chiede che venga ritirato su. In piazza, intanto, organizzata da Amnesty International, c’è una manifestazione di protesta. Partecipano quasi 1.000 persone. Diventa un lunedì di tensione, che sale alle stelle durante la riunione del Consiglio, tanto che volano anche schiaffi, pugni e spintoni con qualche manifestante e l’aula viene fatta sgombrare dal pubblico. Il sindaco conclude il più che acceso dibattito, con scambi di frasi forti anche tra consiglieri, dicendo, in sostanza: “Basta sciacallaggio politico. La vicenda di Regeni merita tutta l’attenzione per arrivare alla verità, ma non con striscioni che rischiano di diventare un simbolo per lavare la coscienza”. Quindi, lo striscione non tornerà sulla facciata del Comune. Di tutt’altro avviso resta l’opposizione, PD e 5 Stelle in testa, che continua a esprimere il suo sdegno. Nel frattempo, il governatore del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha già esposto analogo striscione sul palazzo della Regione.