In attesa che venga ulteriormente esteso a scuola e trasporti, scatta l'obbligo di esibire il Green Pass, per tutti coloro che hanno più di 12 anni e vogliono, per esempio cenare in un ristorante al chiuso o consumare al tavolo anche nei bar. Occorre dunque aver ricevuto almeno la prima dose di vaccino, essere guariti dal Covid o essere in possesso di un tampone negativo eseguito nelle 48 ore precedenti, per entrare, oltre che in un ristorante al chiuso, in un centro termale, in una piscina o palestra, per poter partecipare a uno spettacolo anche all'aperto, a una fiera o a un concorso, per poter andare al cinema, teatro o a una mostra o accedere un parco divertimento. Chi e come, può verificare la validità del Green Pass? Oltre ai Pubblici Ufficiali, possono farlo gli organizzatori di eventi, ma anche i titolari di locali o loro delegati. La verifica del Green Pass, avviene tramite l'app "VerificaC19", che legge il QR Code dell'interessato, cartaceo o digitale e trae le informazioni, applica le regole per verificare la validità e infine, graficamente, mostra una sorta di lasciapassare. Vanno però verificate anche le generalità dell'interessato, attraverso un documento di identità, come previsto dall'Articolo 13, comma 4, del DPCM dello scorso 17 giugno. L'intestatario della Certificazione Verde Covid-19, dimostra, a richiesta dei verificatori, la propria identità personale, mediante l'esibizione di un documento di identità. Un punto, quest'ultimo, che sta facendo molto discutere. Il FIPE, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, fa sapere, per esempio, che l'ipotesi di dover controllare anche i documenti d'identità, viene vissuta con profondo disagio, perché rappresenta un atto di sfiducia nei riguardi dei clienti. Ragione per cui, gli esercenti di bar e ristoranti, sono pronti a chiedere il Green Pass, ma non ha una eventuale verifica dei documenti di identità.