L'ultima si chiama Omicron, ma le cosiddette varianti del SARS-CoV-2 sono moltissime. Questo perché il virus, come gli altri, ha continuato e continua a mutare. La variante che si sta diffondendo soprattutto in Sudafrica, è stata classificata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come variant of concern, cioè variante di preoccupazione. In questa categoria rientrano anche l'Alfa, la Beta, la Gamma e la Delta. La variante Alfa è quella che secondo gli esperti ha avuto origine in Inghilterra e per questo in un primo momento era stata definita variante inglese. È stata la prima a preoccupare la comunità scientifica per le numerose alterazioni che venivano evidenziate a livello genetico. Secondo i dati presentava da subito una maggiore contagiosità e proprio la sua diffusione ha determinato un aumento nel numero dei casi nello scorso inverno. Variante Beta, individuata a fine 2020 in Sudafrica, anche questa presentava una maggiore trasmissibilità. A gennaio 2021 a Tokyo gli scienziati sequenziarono i primi casi di variante Gamma, proveniente dal Brasile. Queste ultime due non hanno circolato molto in Italia al contrario della variante Delta, cosiddetta indiana, che è stata scoperta nel paese e si è diffusa in tutto il mondo, in un primo momento soprattutto nel Regno Unito. Questa variante è diventata rapidamente quella prevalente e ha soppiantato l'Alfa. Ci sono poi la variante Eta, Epsilon, Lambda, Mu e ora la Omicron. Su quest'ultima i dati Sono ancora troppo pochi per valutarne l'eventuale maggiore pericolosità. A preoccupare è anche in questo caso l'altro numero di mutazioni che presenta, che potrebbero renderla più trasmissibile e capace di eludere la copertura immunitaria fornita dai vaccini.