Negli ultimi anni l'accoglienza turistica in Italia è radicalmente cambiata. Basti pensare che dal 2017 ad oggi gli appartamenti destinati agli affitti brevi, sono aumentati del 54% e i posti letto di Airbnb hanno di gran lunga superato quelli degli hotel 3,2 milioni contro 2.1 milioni. Dati che troviamo nel report dal titolo "Chi gestisce davvero il mercato di Airbnb", uno studio approfondito sugli affitti brevi in Italia dal 2017 al 2024, condotto dal Centro di ricerca Full del Politecnico di Torino, che mette in evidenza una crescita esponenziale del settore. "C'è stata una crescita decisamente rilevante. A oggi abbiamo circa 750 mila unità abitative attive su Airbnb con una crescita di circa il 120% negli ultimi sette anni. È cresciuto anche il prezzo medio per giorno delle unità abitative affittate su Airbnb, che è oggi attorno a circa 167 euro a notte". Una crescita che vede al primo posto Bari con un +250% di abitazioni dedicate agli affitti brevi, seguita da Napoli 98% e Catania 90%, Genova è quarta con un +86%. E la redditività media per un appartamento è passata da 5200 euro l'anno a 11700 con picchi di Venezia, oltre 31 mila euro e Roma più di 24 mila. "Gli affitti brevi turistici vengono occupati in media per 70 giorni all'anno, cioè poco più di due mesi e fanno incamerare al proprio proprietario un reddito superiore a quello di un affitto tradizionale residenziale per un anno". Un boom degli affitti brevi che ha contribuito alla crisi degli affitti tradizionali, con le famiglie e gli studenti in grossa difficoltà, soprattutto nelle grandi città. "La soluzione è cominciare a regolarlo. Finora abbiamo avuto solo scampoli di regolazione. I modi per regolarlo sono complessi, sicuramente si dovrebbe agire sulla leva della tassazione che a oggi è molto bassa".