Terremoti, alluvioni, frane, l'obbligo per le aziende di assicurarsi contro le calamità naturali slitta con termini diversi a seconda della dimensione dell'azienda. Per quelle medie si va al 01/10, per quelle più piccole al gennaio 2026. La dotazione di una cosiddetta polizza catastrofale resta invece fissata al 01/04 per i grandi gruppi, ma col rinvio di 90 giorni dell'applicazione delle sanzioni. Non si tratta di multe in denaro, ma della perdita di incentivi e contributi pubblici, che possono avere un impatto rilevante sui bilanci delle imprese. Il governo viene così incontro alle molte associazioni di categoria, fra le quali Confindustria che chiedevano una proroga. Non è la prima, ma per le imprese non è ancora chiaro per cosa in concreto si può essere indennizzati, ed è necessario più tempo per poter confrontare i prezzi delle varie compagnie, alle quali in totale si dovrebbero versare fra i due e i tre miliardi. Solo il 5% delle aziende si è già coperto contro le calamità. A doversi mettere in regola sono per lo più le piccole e medie imprese, perché quasi tutte le grandi l'hanno fatto. I costi possono variare molto perché dipendono dal territorio dove ci si trova. Regioni più esposte a un terremoto come la zona di Napoli comportano esborsi più alti rispetto per esempio a Milano. Per un ristorante o un hotel si calcola una spesa annua fra 340 e 1000 Euro. Le grandi compagnie offrono polizze di questo tipo e in generale quasi tutte quelle specializzate nel ramo danni, vendono contratti anti calamità. L'obbligo della polizza per le catastrofi ha l'obiettivo di ridurre i costi per i risarcimenti pubblici in un paese ad alto rischio sismico e con frequenti inondazioni, con la speranza che così non si riduca l'impegno dello Stato sulla prevenzione e assicurarsi non si riveli una sorta di tassa. .