Turismo e lusso innanzitutto, sono le imprese italiane, di questi due settori, quelle che temono di più l'epidemia del virus cinese. A loro, quindi, potrebbe rivolgersi presto il Governo con misure di sostegno che potrebbero estendersi ad altri comparti. Palazzo Chigi ha infatti avviato un'istruttoria per capire quali precauzioni adottare per contenere l'impatto negativo dell'emergenza sulla nostra economia. Effetti che, secondo gli albergatori, si fanno già sentire con disdette di prenotazioni e un calo degli arrivi dei turisti cinesi, dovuto principalmente alle restrizioni e ai collegamenti aerei. Le preoccupazioni riguardano anche le nostre esportazioni, visto che il Paese del Dragone è un nostro partner commerciale importante. Se, come si prevede, l'economia cinese, viaggerà a un ritmo meno sostenuto potrebbe diminuire la richiesta di macchinari e apparecchiature industriali prodotte in Italia, mentre una crisi sanitaria prolungata finirebbe per deprimere i consumi in Cina, intaccando le vendite in altri settori del made in Italy, dalla moda all'alimentare. Insomma, le ripercussioni potrebbero essere consistenti, anche se nessuno, per ora, si azzarda a fare stime precise. L'Ufficio parlamentare di bilancio, organo Indipendente, ricorda come la crescita mondiale potrebbe subire una contrazione di un paio di decimi di punto percentuale già nel primo trimestre, ma non quantifica gli effetti potenziali sull'Italia perché, precisa, è ancora troppo presto. Bisognerà capire, come ha spiegato il governatore di Banca d'Italia, Ignazio Visco, quanto la paura del contagio, ridurrà gli spostamenti delle persone e gli investimenti, ma il timore, oltre a quello per la salute, resta perché la nostra economia è già in frenata. Il crollo della produzione industriale, registrato nell'intero 2019, che si è accentuato negli ultimi mesi dell'anno scorso dimostra che l'Italia non è in forma ed è noto che rischia di più il contagio chi non è in buona salute.