È un cantiere il nuovo decreto per aiutare famiglie e imprese contro il carovita dovuto all'eccezionale aumento del costo dell'energia. L'obiettivo è spendere 12-13 miliardi per altri aiuti che si aggiungerebbero ai 52 già stanziati nell'ultimo anno, ma bisogna trovare tutte le risorse perché nel cassetto di sicuri ci sono 6,2 miliardi dovuti alle maggiori entrate che lo Stato ha incassato tra luglio e agosto soprattutto grazie all'IVA che ha generato più gettito proprio a causa dell'inflazione. Con l'aumento generalizzato dei prezzi infatti l'imposta sui consumi pesa di più quando facciamo acquisti, visto che una parte di quello che spendiamo quando compriamo qualcosa finisce sempre all'erario. Per utilizzare questo tesoretto per i nuovi sussidi serve comunque il via libera del Parlamento, che dovrebbe arrivare dopo che le Camere daranno il disco verde agli aiuti decisi un mese fa. Il decreto aiuti bis da 17 miliardi aspetta infatti di essere convertito in legge. I maggiori incassi fiscali In ogni caso non bastano per arrivare alla quota a cui si punta, per questo si cercano altri quattrini nelle pieghe di bilancio, sfruttando capitoli di spesa non utilizzati. Si guarda anche ai profitti extra che le società energetiche hanno accumulato sempre a causa dei rialzi di gas ed elettricità. Da questo contributo finora si è ricavato molto meno di quanto previsto e per invertire la rotta Palazzo Chigi sta studiando dei correttivi. Con tutte queste incognite restano incerte anche le misure da mettere in campo. Nel menu c'è il rafforzamento del bonus bollette per le famiglie a basso reddito, per le imprese la proroga fino a dicembre degli sconti sulle tasse per comprare gas ed elettricità, sostegno a chi ha scarsa liquidità, la cassa integrazione a carico dello Stato e prezzi calmierati per l'acquisto di energia da parte dei settori industriali che ne utilizzano di più.