Gli aiuti a pioggia per evitare le chiusure delle aziende presto potrebbero essere solo un ricordo. I sostegni, così come la pandemia ce li ha fatti conoscere, sono destinati a cambiare. È questo il senso delle parole di Mario Draghi in Senato. Vanno protetti tutti i lavoratori, dice, ma soprattutto i precari, gli autonomi e le donne che sono i più penalizzati dalla crisi. Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce, aggiunge, il virus ha avuto sull'occupazione un grave impatto aumentando povertà, allargando le disuguaglianze. La situazione si aggraverà con la fine del blocco dei licenziamenti, previsto a fine marzo, sul quale il capo del Governo non precisa se sarà prorogato. Le tutele, comunque, non riguarderanno indifferentemente tutte le attività. Non si tratta di una novità nel pensiero dell'ex Presidente della Banca centrale europea, che sottolinea come vada aiutato chi è disposto a cambiare, e che questo è il difficile compito che spetterà al Governo nei prossimi mesi. Mutare pelle per un'azienda significa che anche i lavoratori dovranno adattarsi e per questo Draghi parla di migliorare gli strumenti che permettono a chi perde il posto di trovarne un altro, attraverso la formazione, potenziando l'assegno di ricollocazione e rafforzando i centri per l'impiego, con più personale e tecnologie digitali. Su quali siano i settori verso quali orientarsi, Draghi ha indicato l'ambiente, la cosiddetta economia verde, che beneficerà della fetta più grande dei fondi europei anticrisi. Ma per rilanciare il Paese si dovrà anche aumentare l'occupazione nel Mezzogiorno e garantire che le donne siano trattate come gli uomini, cioè stipendi di pari livello, maggior presenza femminile in posizioni di rilievo, ma anche misure per evitare che siano costrette a scegliere tra famiglia e carriera.