L'accordo raggiunto nella maggioranza sul taglio delle tasse è un punto di partenza, non di arrivo. Molte cose possono ancora essere messe in discussione, ci sono in ballo tre provvedimenti. La manovra che deve recepire l'intesa, che destina 7 miliardi all'abbattimento dell'Irpef e un miliardo alla revisione dell'Irap, è in discussione in Parlamento dove già potranno essere apportate delle correzioni e c'è chi, come Forza Italia, chiede di aumentare lo stanziamento per tagliare le tasse. Non sono gli unici. Anche Confindustria ritiene che ci vorrebbero almeno 13 miliardi, cioè 5 in più di quelli a disposizione, e che il taglio dovrebbe concentrarsi soprattutto sui contributi più che sull'Irpef. Inoltre si dovrà in qualche modo tenere conto delle richieste dei sindacati che vorrebbero destinare tutti i soldi a disposizione a lavoratori e pensionati soprattutto a chi, tra questi, ha redditi più bassi. E in effetti una delle critiche all'accordo raggiunto nel Governo è che favorisce soprattutto i ceti medi mentre avrebbe un effetto impercettibile per milioni di famiglie. Ad esempio se con le nuove aliquote Irpef ci sarà un risparmio medio del 3,8% chi ci guadagnerà di più sono i lavoratori dipendenti con redditi tra 40 e €45.000 che arriveranno a risparmiare oltre il 7%. In soldoni il risparmio massimo sarebbe di meno di €700 all'anno per chi ha redditi tra 40 e €50.000, mentre per milioni di contribuenti sarebbe inferiore ai €150 all'anno. Ma per fare calcoli è persino troppo presto. Un grande peso, soprattutto sui redditi più bassi, potrebbe averlo il riordino delle detrazioni, ancora da scrivere, che, tra le altre cose, dovrebbe assorbire il bonus Renzi inizialmente da €80 al mese, poi passati a 100. Poi ci sono il Decreto Fisco e la Delega Fiscale ora in discussione nelle Commissioni Finanze di Camera e Senato che dovranno decidere come cambieranno in futuro Irpef e Irap. Non bisogna dimenticare che la manovra stanzia, per il taglio delle tasse, 40 miliardi nei prossimi tre anni.