L'intervento del Governo contro il caro bollette si articola su due direttrici. Una serie di misure urgenti per dare ossigeno a famiglie e imprese nell'immediato e misure strutturali per aumentare nei prossimi anni la produzione nazionale di energia, rendendoci meno dipendenti dall'estero. Al primo obiettivo, mettere una pezza alla fiammata delle bollette, vanno oltre 4 miliardi e mezzo: 2,3 per azzerare i cosiddetti oneri di sistema per le utenze elettriche e del gas. 1,2 miliardi sono specificamente destinati poi alle industrie con grandi potenze, quindi quelle più energivore, che utilizzano più risorse. Quasi 600 milioni servono poi per ridurre l'IVA al 5% sul gas, per famiglie e imprese. Al secondo obiettivo viene destinato il resto dei soldi, in due direzioni: da un lato, aumentare la produzione di energie rinnovabili, attraverso la semplificazione delle procedure per l'installazione degli impianti. Dall'altro, incrementare la produzione di gas naturale nazionale, ma solo per le concessioni già in essere, senza l'avvio di nuove trivellazioni. Un secondo decreto contiene il resto delle misure: viene istituito un fondo da 1 miliardo di euro all'anno per 8 anni, per favorire la transizione verde e la riqualificazione dell'industria automobilistica e per gli incentivi all'acquisto di veicoli non inquinanti, in vista dello stop alla produzione dei motori termici, prevista per il 2035. Sul fronte bonus edilizi poi, rimodulati i paletti per evitare truffe, correggendo la stretta che di fatto aveva congelato il mercato. Le cessioni multiple dei crediti, meccanismo che ha facilitato le frodi, tornano possibili ma non più di tre e si prevedono sanzioni più dure per chi imbroglia, compreso il carcere per i tecnici abilitati che diano attestazioni false.