Il carovita non si ferma ma rallenta la corsa. In Italia l'inflazione a novembre è rimasta stabile ma continua a rimanere altissima, nel giro di un anno i prezzi sono aumentati del 11,8%, siamo ai livelli che non si vedevano dal marzo del 1984. Nei confronti di ottobre il rialzo è stato di mezzo punto, nessuno stop dunque, ma non c'è stata una nuova fiammata. L'Istat spiega che se nei prossimi mesi i costi del gas e delle altre materie prime all'ingrosso continuassero a scendere, potremmo assistere a un raffreddamento. Intanto le bollette continuano a pesare nelle tasche degli italiani e al supermercato il cibo e i prodotti che ogni giorno si mettono nel carrello della spesa sono, seppur di poco su base mensile, aumentati. Insomma il peso di questa tassa occulta resta, i rincari sono solo in parte mitigati o coperti dagli aiuti pubblici e le associazioni dei consumatori calcolano che per una coppia con due figli, a fine anno, l'esborso aggiuntivo sfiorerà i 4mila euro, più di due stipendi persi per la maggior parte degli italiani. Va un po' meglio nel resto d'Europa dove in media il carovita è sceso al 10%, il nostro Paese rimane, tra le maggiori economie del continente, quello con i prezzi più alti, a tutto questo si aggiungono i segnali di debolezza della nostra economia con la conferma di una crescita del prodotto interno lordo dello 0,5% nel terzo trimestre. All'incremento dei consumi delle famiglie, grazie soprattutto al turismo in estate, ha fatto da contraltare il calo dell'industria che ha registrato una riduzione del giro d'affari anche a inizio autunno.