Inflazione rallenta a dicembre, 2022 anno peggiore dal 1985

17 gen 2023
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Si conferma il rallentamento dell’inflazione a dicembre 2022, anno che va in archivio con l’aumento dei prezzi più salato dal 1985 e che lascia in eredità al nuovo anno un pesante “effetto trascinamento”. Andando in ordine: nell’ultimo mese dello scorso anno, come da stime preliminari dell’ISTAT, l'aumento dei prezzi è risultato inferiore rispetto a quello dei mesi scorsi: più 0,3% sul mese precedente, più 11,6% rispetto allo stesso mese di un anno prima. Da tener conto anche il venir meno - parziale a dicembre, poi totale dal primo gennaio - dello sconto sui carburanti. Un leggero rallentamento, insomma, non proprio una vera frenata, dovuta al raffreddarsi dei prezzi dell’energia, il volano dell’inflazione nel 2022, salita dell’8,1%: l’aumento dei beni energetici nell’anno appena passato è stato in media di oltre il 50%, e ha surriscaldato i prezzi di tutto quello che compriamo, col carrello della spesa - i prodotti di più largo uso quotidiano, a partire dagli alimentari balzato ancora di più, al 12,6%. E nel 2023? Difficile dire adesso se il picco dell’inflazione sia già alle spalle, come il rallentamento di dicembre farebbe sperare e come i segnali incoraggianti arrivati da Germania, Francia e Spagna farebbero pensare. L'inflazione acquisita, il cosiddetto “trascinamento” – ossia la crescita media che si avrebbe nell'anno se i prezzi rimanessero stabili, non aumentassero più, è pari a più 5,1%, ben più ampia di quella osservata per il 2022. Insomma si parte già con un pesante fardello.

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