È la classica lettura in chiaroscuro quella degli analisti sull'economia italiana del terzo trimestre. La crescita dei mesi estivi è stata tutto sommato meno asfittica delle previsioni ma il rallentamento c'è e gli ultimi dati Istat non modificano le attese disegno meno per l'ultima parte dell'anno e per la prima fase, quantomeno per la prima poi si vedrà, del 2023. Il Pil, secondo la stima preliminare dell'Istat, cresce di mezzo punto percentuale rispetto al secondo trimestre e del 2,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. È il settimo trimestre consecutivo di crescita, sottolinea l'Istat, ma in decelerazione rispetto al secondo trimestre dell'anno che aveva visto una crescita più robusta oltre il 1% in più rispetto ai primi tre mesi dell'anno. Bene il settore servizi sostenuto dalla ripresa del turismo nei mesi di luglio, agosto e settembre, stagnante invece la manifattura. Probabilmente, spiegano gli esperti, lo shock energetico non ha ancora completamente dispiegato i propri effetti recessivi sull'industria mentre il rallentamento globale pesa inevitabilmente sulle esportazioni. La variazione acquisita per l'intero 2022, ossia la crescita annuale se da qui a fine anno avremo variazione congiunturale zero, non miglioreremo ne peggioreremo insomma, è del +3,9%. Sarebbe un bilancio annuale migliore rispetto alla +3,3 stimato dal Governo Draghi nella sua ultima previsione contenuta nella nota di aggiornamento al Def del 30 settembre, ma potrebbe comunque scendere un po' se avremo un quarto trimestre col segno meno.























